IL CANTO DEL COLORE E DELLA LUCE di Mirella Raggi
Questa personale che si inaugura stasera, col patrocinio del museo Ugo Guidi, rappresenta un punto fermo importante nella carriera di Mirella Raggi, ed è significativo che la pittrice abbia scelto gli spazi espositivi dell'Ucai per proporre una sua svolta esistenziale e artistica divenuta evidente in questi ultimi mesi. All'Ucai infatti Mirella ha dedicato molto del suo tempo e delle sue energie come vice presidente prima e come presidente negli ultimi anni (in due successivi mandati), con uno sforzo volto a valorizzare potenzialità e risorse di questa associazione di artisti cattolici oggi presieduta da Guido Barbagli.
Mi è sembrato doveroso iniziare con questo richiamo alle radici cattoliche di Mirella Raggi, perchè ritengo che la profonda fede che caratterizza la vita e l'operare di questa raffinata artista, sia il fil rouge che ci permette di comprendere il suo variegato universo creativo, espresso in forme diverse nel corso della pluridecennale attività, sempre però con una coerenza di fondo, come un nucleo fondante riconducibile sia alla sua solida formazione artistica, che alla fede in un Dio creatore e fonte di armonia.
Mirella Raggi nasce alla Spezia, dove vive e lavora; dopo il diploma al Liceo artistico di Carrara, si specializza in Scultura presso l'Accademia di belle arti di Brera e prosegue la sua formazione con i maestri Ugo Guidi, Francesco Messina e Mauro Vivaldi.
Già titolare di cattedra di Disegno e Storia dell' Arte nei licei scientifici, attualmente tiene corsi di arti figurative per vari enti e associazioni del territorio.
Dopo un inizio come scultrice, Mirella si dedica con impegno alla pittura, conseguendo, già dagli anni '70, i primi significativi riconoscimenti .
Negli anni '80, comincia a esporre in importanti collettive in tutta Italia e i suoi acquerelli vengono conosciuti e apprezzati anche oltre i confini nazionali (nel 1996 è presente nella Rassegna internazionale dell'acquerello di Città del Messico).
Nel 2003, il critico Ferruccio Battolini la inserisce nella parte della sua collezione donata al Camec.
Negli ultimi anni, l'artista ha intensificato la produzione di acquerelli, esponendo, oltre che alla Spezia, a Genova, Roma, Milano e, fuori dall' Italia, in Polonia, in Brasile, in Colombia.
Sue opere si trovano in gallerie pubbliche e private. Ha dipinto, inoltre, due grandi vetrate della chiesa di Santa Maria ausiliatrice della Spezia.
Da circa dieci anni, Mirella Raggi affianca, alla pittura figurativa e paesaggistica, una significativa produzione di quadri astratti, con una ricerca del colore che affianca, a quelli tipici del suo repetorio (gli azzurri e i viola) toni intensi di rosso (passione) e verde (speranza), con un' audace accostamento di colori complementari, quali arancio e azzurro.
La mostra di stasera testimonia questa sua svolta artistica, non definitiva, credo, ma comunque preponderante in questo momento. I quadri che vedete esposti rappresentano, infatti, la sua produzione più recente e solo una piccola sezione della mostra è dedicata al repertorio classico dell'artista. La svolta, come dicevo, è iniziata circa dieci anni fa: ma mentre all' inizio i toni cupi predominavano, quasi una reazione alla delicatezza dei suoi acquerelli figurativi, oggi Mirella viene a patti col colore ( più sfumato ) e con le forme ( più sinuose ).
L' acquerello, che rimane la sua tecnica preferita, diviene comunque più materico; le
forme sfuggono a una narrazione contingente, e suggeriscono l'ascolto: un sublimare che solo un'artista completa può veramente permettersi.
Oggi, la pittura di Mirella Raggi cerca un equilibrio tra razionalità ed emotività: a volte funge da filtro, altre ancora lascia che la forma si espanda (il foglio la trattiene, faticosamente): Mirella è padrona della tecnica, e si mette alla prova in questo gioco con la parte più profonda di sé.
Il rapporto con Dio e con la Fede le appare diverso ma non meno importante: Dio non ha paura del caos e quindi il Divino si manifesta comunque, anche nell' apparentemente irrazionale.
L' ultima parola, come sempre, è dello spettatore, che deve compiere una sintesi concettuale o abbandonarsi all'emotività dei sentimenti suscitati dall'opera di Mirella Raggi: ora, se possibile, artista ancora più completa, e che - pensiamo e auspichiamo - ci saprà riservare in futuro nuove, piacevoli sorprese.
Gabriella Mignani