DALLA MATERIA ALLA FORMA presentazione di VALERIO CREMOLINI

Dalla materia alla forma
Introduco con piacere la collettiva di scultura, che fa seguito alla mostra del novembre 2016 Cinque modi di fare scultura. Allora mi confrontai in una piacevole tavola rotonda, con Angiolo Delsanto, Umberta Forti, Mario Maddaluno, Fabrizio Mismas e Maria Luisa Petri. Ecco, in sintesi, alcune mie considerazioni sui sette espositori della presente rassegna.
Nella ricerca plastica di Alfredo Coquio, ricca di non poca estrosità, si combinano senza urtarsi forme astratte e, talvolta, dall’intonazione figurativa. Il suo nutrito repertorio, ben giudicato in varie sedi espositive, tra cui la non lontana ed importante personale ospitata al Liceo Artistico Statale della nostra città, offre la dimensione dell’eccellente tecnica dello scultore, che si associa alla propensione alla riflessione. È questo un passaggio pregiudiziale di ogni suo lavoro intriso di progettualità, di carica evocativa e di una specifica linfa narrativa. Alle laboriose sculture dell’artista appartengono, inoltre, ordine, ritmo ed una bellezza che non teme di sfiorire, ben custodita nella robusta e fedele arenaria.
Mettono buon umore le variopinte sculture, piene di vitalità, di Giuliana Garbusi. Oltre la manualità, aspetto tutt’altro che marginale, si apprezza il colto richiamo all’esuberante mondo immaginario di Niki de Saint Phalle, artista francese che tanta credibilità ha arrecato alla creatività della donna nell’arte. Altrettanto persuasivo è l’impianto cromatico, che si rinnova, incontrastato, nelle sue gradevoli sculture, partecipi di una ben precisa e inconfondibile linea operativa. Mi permetto di suggerire alla scultrice di prendere in considerazione l’opzione per maggiori formati, garanzia per un ancor più efficace impatto visivo.
In altre occasioni, anche di un certa rilevanza, ho avuto modo di pronunciarmi sulla pluridecennale esperienza nell’arte di Marisa Marino, come pittrice e scultrice. Mi ripeto nell’affermare che nei dipinti e nelle terrecotte, tecnica prediletta, si percepisce l’attitudine non superficiale all’indagine interiore, scandita da serenità, pacatezza ed anche sofferta inquietudine. Ed è quanto si coglie nei volti, qui esposti, plasmati con indiscussa sapienza. L’indagine sulla forma, al pari della scelta dei contenuti sono tra le componenti che non possono essere eluse da chi affronta la superficie della tela o la modellazione della materia.
Confermo il mio convinto apprezzamento per l’impegno che Nina Meloni rivolge da anni allo studio della ceramica. La ritengo, infatti, una figura significativa di tale disciplina, di cui si è da tempo innamorata. Capace di generare interessanti varianti compositive, anche oggi ci regala qualcosa di nuovo, frutto di un cammino caratterizzato da dedizione, autenticità e crescita professionale. Accredito alla Meloni una propria autorevolezza nell’abilità con cui affronta le varie fasi formative dei suoi lavori: l’impasto, la cottura, la decorazione e così via.
Mirella Raggi, nostra ex presidente, richiama sempre nelle note biografiche gli studi intrapresi con gli esimi scultori Ugo Guidi all’Accademia di Carrara e Francesco Messina all’Accademia di Brera. Ciò motiva un’indubbia versatilità nel relazionarsi con l’impegnativa tecnica scultorea, ora allargata al legno. Nel 2009, avvicinandomi per la prima volta alle terrecotte esposte in questa circostanza, ricavai una positiva impressione sulle sue qualità scultoree. I lavori in legno li considero inferiori a dette sculture. Consigliai a Mirella, rinnovo tale suggerimento, di non considerare un frettoloso episodio il suo interesse per la scultura, che impone continuità da affiancare all’indiscutibile passione che di certo non le manca.
Acqua, coralli, alghe…il mare è il suggestivo e pertinente titolo del gruppo scultoreo, elaborato da Rosa Maria Santarelli con mano leggera, quasi a volerlo accarezzare da aliti poetici. La poesia, d’altronde, si accorda con ogni arte. Le tre parti dell’insieme rivelano chiare peculiarità pittoriche e la pittura è stata (sono, forse, in errore?) la sua prima vocazione. Se il suo obiettivo era trasmettere la sensazione del mare, un mare incontaminato, della vita del mare e dell’ignoto che in esso sono custoditi, ritengo che ci sia pienamente riuscita. Complimenti, poi, per la bella scultura di Medardo Rosso, scelta per la locandina. Sempre attuale è l’affermazione del celebre artista torinese:”Non siamo che scherzi di luce”.
Nel maggio 2012 ho presentato nella sede del Circolo culturale “A.Del Santo” la personale di Maria Rosa Taliercio, sottolineando la sua disinvoltura nell’eseguire con gusto e consolidata tecnica dipinti e collages. Attributi che non sono assenti nel piatto di buon formato proposto in questa collettiva, che richiama immediatamente la cultura del Liberty, tanto ben testimoniata in autorevoli palazzi della nostra città. Nella sua ceramica coincidono la garbata figurazione dalla linea ondulata, l’accentuazione di simboli della natura, non a caso s’intitola Flora e Fauna, ed ancora trasparenza, spazialità e delicatezza nel colore. È, davvero, un gran bel piatto. Perché non crearne altri?
Valerio P.Cremolini

Valerio CREMOLINI

Anna Maria TALIERCIO

Rosa Maria SANTARELLI

Mirella RAGGI

Nina Meloni

Marisa MARINO

Giuliana GARBUSI Alfredo COQUIO
