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IL MONDO IN UN SEGNO gli artisti Silvio Benedetto e Fabrizio Mismas disegnano la figura umana in pub


La Spezia - Martedì scorso ho lasciato la galleria portando con me la felice atmosfera suscitata dall’interessante performance di Fabrizio Mismas e Silvio Benedetto. Ho portato con me, inoltre, gli sguardi interessati delle pittrici, dei pittori e di quanti hanno voluto essere partecipi del riuscitissimo e insolito evento artistico. Va all’Ucai il merito di averlo potuto concretizzare, dimostrando apertura sia alle discipline contemplate nelle arti visive sia alla città. Chissà, mi sono detto, che non possa esserci un seguìto. Andando a casa, non ho voluto smarrire un solo attimo di quel piacevole clima e, senza indugio, ho steso rapidamente questa memoria molto sincera. Non nascondo che ho provato un po’ d’invidia. Sì, per qualche istante avrei desiderato essere al posto della bella Emily, che ha irrorato la propria femminilità con garbo e sobrietà. Essa ha mostrato, con l’avvenenza del corpo umano, la ricchezza di espressività che gli appartiene. Certo, bisogna essere capaci di catturarla. Fabrizio e Silvio, ne ero già ben consapevole, si sono dimostrati maestri nel fermare, di volta in volta, l’unicità di sensazioni raccolte con matita, pastelli, china ed altro ancora sui fogli bianchi e grigi che oggi possiamo ammirare con la necessaria attenzione. Premetto che la mia invidia è durata pochissimo. Sempre che possedessi lo caratteristiche del modello, le pose prolungate, indizio di ottima tenuta fisica, non si addicono al mio temperamento ed Emily ha dimostrato, inoltre, quanto sia fondamentale arricchire di intimità e di espressività le varie posizioni del proprio ammirevole corpo. Ne sarei uscito drammaticamente sconfitto. Allora, trasferisco la mia invidia alla destrezza e alla professionalità, frutti di anni ed anni di continuativa applicazione, che Fabrizio e Silvio hanno espresso con ineguagliabile disinvoltura. Sulla sedia disposta sul piano rialzato, forse, con esiti certamente non soddisfacenti, avrei anche potuto sedermi, ma sarei precipitosamente fuggito se avessi dovuto propormi dietro al cavalletto o ai tavoli sui quali gli artisti hanno dimostrato bravura e personalità. Non ho colto nei loro volti alcuna pressione, meno che mai accenni di rivalità. Certamente erano entrambi molto concentrati nel ritrarre, come hanno saputo ben fare, Emily nelle diverse posizioni da loro stessi richieste. Ed Emily, quando interamente e quando in scelti dettagli, è stata più volte magnificata da Fabrizio e Silvio, che hanno interpretato in desiderabili lavori non solo la sua avvenenza, bensì quell’avvertibile e commovente malinconia che, talvolta, ha saputo imprimere nel proprio volto, distinto dalla giovinezza. Volto che, in questa circostanza, si coniugava con l’anima, meglio ancora, con i cosiddetti moti dell’anima. Sia Fabrizio che Silvio non hanno rincorso, è la mia impressione, la realizzazione di ritratti naturalistici o, come si dice, strettamente fisiognomici, prediligendo, invece, ciascuno con la propria sensibilità disegnativa (è superfluo accennare alla padronanza tecnica), il tratto, la qualità del tratto, come veicolo della loro specifica creatività. Il corpo e il volto di Emily, privilegiata interlocutrice degli sguardi e dei pensieri di Fabrizio e Silvio, si sono trasferiti nella loro completezza o, voluta incompletezza, nelle mani sicure dei due artisti per essere rappresentati, liberi da condizionamenti di qualsiasi tipo. Fabrizio, apparentemente più avvezzo alla raffigurazione del soggetto, ha ripudiato lo stantio descrittivismo per optare con la rapidità del segno e la naturale conquista dell’equilibrio formale, ingrediente della sua lodata ricerca plastica, nella definizione di un continuum grafico che offre la dimensione compiuta di opere che non eludono il senso delle proporzioni. Dall’avveduto inserimento, qua e là, di opportuni tocchi di colore sono affiorati scatti di luce e inattesi contrasti che aggiungono freschezza e dinamismo alla sua figurazione. Così Silvio, deambulando nell’esiguo spazio a disposizione, ha osservato, ha indagato a modo suo, cercando di fluttuare (verbo a lui gradito) tra la profondità psicologica di Emily. Poi, dalla prima, decisa pennellata ha preso forma il suo progetto costruttivo, dipanatosi nell’appropriarsi delle sembianze della modella e, principalmente, della sua interiorità. L’esuberanza espressiva, che non sfugge nell’impianto essenziale della sua ritrattistica, unitamente all’opzione per una vivace scala cromatica, sono peculiarità della coinvolgente e lodata maestria rappresentativa di Silvio. Ho volutamente evitato, tenuto conto della spontaneità di queste riflessioni, di richiamare citazioni di illustri studiosi e artisti. Mi concedo, in conclusione, un’eccezione che accomuna quanto Fabrizio e Silvio hanno creato dinanzi ai nostri occhi. Lo storico dell’arte Bernard Berenson sosteneva che “un buon disegno deve essere sinonimo di movimento e quando il disegno ha movimento si può affermare che l’artista ha qualità e stile”. Doti che appartengono a Fabrizio Mismas e Silvio Benedetto, protagonisti con Emily dello speciale evento artistico. Ritengo di aver ampiamente giustificato la mia amichevole invidia. La mostra "Il mondo in un segno", è visitabile al Circolo Culturale “A.Del Santo” (via Don Minzoni 62) comprende disegni e dipinti realizzati martedì 25 settembre nella stessa sede espositiva dagli artisti Silvio Benedetto e Fabrizio Mismas, direttamente dal vero, grazie all’intervento della splendida modella Emily. C'è tempo per visitarla sino al 4 ottobre prossimo con il seguente orario: da martedì a sabato, dalle 17.30 alle 19.

Domenica 30 settembre 2018 alle 19:00:54

Fabrizio Mismas all'opera

Silvio De Benedetto e la modella Emily

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