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" Ascoltando De Andrè" presenta Gabriella Mignani


Ci sono almeno due buoni motivi, a mio parere, per i quali L’ Ucai della Spezia ha inteso dedicare una mostra a Fabrizio De André: due motivi sui quali mi soffermerò, per non disperdere un discorso, che veramente rischierebbe, se non circoscritto, di diventare (data la statura e la notorietà del personaggio) troppo vasto e peraltro già ampiamente dibattuto.

Sottolineo intanto che questa è la prima, e presumo l’ ultima, iniziativa dedicata a Fabrizio De Andrè, dalla città della Spezia, nel 25° anniversario della sua prematura morte (avvenuta nel 1999, quando non aveva ancora sessant’anni).

Il primo motivo di questa iniziativa è la particolare religiosità di un artista che si definiva laico, ma che forse come nessun altro ha saputo trasmettere e condividere, nelle sue canzoni, parole di spiritualità, di amore verso il prossimo, di rifiuto della violenza, che sono sicuramente parole di un Cristianesimo inteso come quel diritto naturale, che dovrebbe essere insito in ciascun essere umano.

“Un laico dall’intima vena religiosa“, lo definì Don Antonio Balletto, sacerdote genovese ora scomparso, che fu molto vicino a Fabrizio, e ne officiò il funerale.

Basti ricordare che alla vita di Gesù, De André, in piena atmosfera post Sessantotto (era il 1971), ha dedicato un intero album “La buona Novella“, dove, a mio parere, c’è una delle più belle manifestazioni d’amore alla Donna in quanto tale (Ave Maria) che siano mai state scritte, in musica o in versi.

Il secondo motivo di questa mostra dedicata al grande cantautore genovese è la forza delle immagini che le sue canzoni evocano: i colori ( dal rosso dei papaveri e del sangue al grigio delle Nuvole nell’omonimo album, al bianco dei fantasmi che ci sembra di immaginare ascoltando le canzoni tratte dall’Antologia di Spoon River, “Non al Denaro, non all’ Amore, né al Cielo“).

Dunque, grande fonte di ispirazione De André per gli artisti che da lui e dalle sue canzoni hanno tratto spunto per le loro opere, e anche la sua stessa figura, il suo viso così inconfondibile è spesso stato raffigurato come un’icona della nostra contemporaneità.

Una contemporaneità che, purtroppo, è condizionata e offuscata (ancora quelle nuvole incombenti… ) da focolai di guerra, che sembrano non avere uno spiraglio di speranza. Non è un caso, credo, che “ La guerra di Piero “ abbia ispirato più di un’opera tra quelle esposte stasera.

Ci si commuove ancora per il giovane soldato che sceglie di morire piuttosto che uccidere, e muore da ignoto eroe in un campo di papaveri rossi, in un giorno di maggio. Forse è alla grande Guerra che si riferiva De André quando ha scritto questa bellissima ballata, ma l’oscura morte di Piero può rappresentare qualsiasi guerra in qualsiasi momento storico, dove l’ uomo comune è impotente di fronte alla follia delle armi.

“ Il Dio in cui nutro speranza “, ha detto Fabrizio “ non ha mai suggerito ai suoi seguaci i sentimenti della calunnia o della vendetta, sfociati in orribili guerre e in una spaventosa varietà di tormenti fisici e morali “.

Amore- morte è il binomio ricorrente nelle canzoni del grande cantautore: lo ritroviamo ne “La canzone di Marinella“, talmente conosciuta e cantata ( anche da Mina, che la portò al successo ), da essere ormai un classico. A questa canzone, dedicata, come molti sanno, a una giovane donna, che conosce l’ amore e subito dopo muore in uno stupido incidente, più di un artista stasera si è ispirato per il suo omaggio a De André.

Morire dopo un atto d’amore: cosa c’ è di più struggente e simbolico? Lo ritroviamo anche nel malato di cuore, personaggio dell’album, tratto dalla “Antologia di Spoon River “ ( anche questa raccolta di canzoni ha ispirato alcuni dei quadri esposti stasera ): il protagonista della storia non conosce l’ amore, perché è malato, ma vuole ugualmente provare l’ estasi del desiderio e il suo cuore non regge all’ emozione e si ferma ( “ e il mio cuore le restò sulle labbra… “ ) tra le braccia dell’amata.

De André, cantando la Morte, fin dagli esordi, ha infranto l’ ultimo tabù. “ Tutti morimmo a stento“ è il titolo di una delle sue prime raccolte (uscì nel 1968): la canzone, che dà il titolo a tutto l’album, fa riferimento agli impiccati (quando ancora esisteva questa terribile pena di morte), ma la metafora è generale, perché accettare la morte è la cosa più difficile di tutta la vita di noi umani.

Soprattutto accettare l’ idea della morte come mezzo di giustizia o di rivalsa.

“Fabrizio“, ha detto Don Balletto nella sua omelia funebre “cercava cose grandi dove nessuno andava a scavare e dove gli altri erano pronti a giudicare“.

Da qui la profonda pietas rivolta alle donne, quella parte della società che più ha temuto (e ancora oggi teme, specie in alcune parti del Mondo ) il giudizio degli altri e ne ha subito le conseguenze più pesanti. Le donne di De André (Barbara, Marinella, la prostituta di via del Campo, Bocca di Rosa, persino la Madonna nella sua umanità ) trovano riscatto e mai giudizio nelle sue canzoni: è la società che giudica e condanna, sicuramente non Dio.

Ecco perché questo laico religioso riesce ancora, come dimostra la collettiva che si inaugura stasera, a parlarci e a comunicarci sentimenti ed emozioni: a noi che abbiamo avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo, ma anche ai più giovani che hanno imparato a conoscerlo e ad amare la sua inconfondibile voce e le parole struggenti delle sue canzoni, ormai innalzate da più critici ai vertici della Poesia contemporanea, e come tali inserite in molte antologie scolastiche.


Gabriella Mignani



Guido BARBAGLI ( Un matto)





Guido BARBAGLI ( Dietro ogni scemo c'è un villaggio)



Umberta FORTI ( Bocca di rosa)




Umberta FORTI ( La canzone di Marinella)



Ombretta FRANCO ( Via del campo )



Giuliana GARBUSI ( La canzone di Marinella )




Anna Maria GIARRIZZO ( La ballata degli impiccati)




Enrico IMBERCIADORI



Mario MADDALUNO ( Il pescatore)



Fabrizio MISMAS ( Un malato di cuore)



Pier Luigi MORELLI ( Bocca di rosa)




Pier Luigi MORELLI ( Un matto)





Pier Luigi MORELLI ( Fiume Sand Creek)





Graziella MORI ( La guerra di Piero)




Marina PASSARO ( La guerra di Piero)



Malia PESCARA DI DIANA ( Via del campo)



Malia PESCARA DI DIANA (Creuza de ma)



Maria Luisa PETRI ( La guerra di Piero)



Mirella RAGGI



Anna Maria RUSSO ( Fiume Sand Creek)



Rosa Maria SANTARELLI ( Geordie )



Rosa Maria SANTARELLI ( Fiume di Sand Creek)



Maria Rosa TALIERCIO



















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