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"MASCHERE" presenta la vice presidente Gabriella MIGNANI


Maschera: quanti significati evoca in noi questa parola! Oggetto di travestimento, simbolo di falsità e inganno, ma anche di allegria, spensieratezza, arte. Oggi, a tutti queste immagini, purtroppo, un'altra se ne è aggiunta e, per molto tempo rimarrà nel nostro immaginario di uomini e donne colpiti da un evento epocale che ci ha sconvolto la vita: le mascherine chirurgiche, compagne ormai inseparabili (e non sempre gradite) delle nostre giornate.

Dalle incisioni delle grotte di Lescaux, nel sud della Francia (circa 16.000 anni fa), primo esempio di maschere che la storia dell'arte conosca, fino ai giorni nostri, la maschera è protagonista dell'espressione artistica in tutte le sue forme, ma in particolar modo nelle arti figurative. Ed è altresì simbolo di travestimento, sia facciale che dell'intera persona.

Nelle società più antiche, la maschera era anche una sorta di protezione magica, una difesa contro la consapevolezza della propria impotenza verso il fato: l'arte, con le sue rappresentazioni di maschere e mascheramenti, diveniva il riflesso di condizioni di vita esposte a forze fuori controllo.

Così nell' arte africana, che venne recepita da alcuni movimenti artistici europei del Novecento, riportando in auge la maschera come soggetto d'arte. Non più solo nel Carnevale, l' uomo smarrito del Novecento, sotto la spinta della psicanalisi e dei nuovi fermenti sociali, si traveste, nella vita quotidiana, indossando, come dice Paolo Conte “ una faccia in prestito “.

Figlio delle dionisiache greche e dei saturnali romani, il Carnevale, festa del travestimento per eccellenza, è da un punto di vista religioso e storico, un periodo di rinascita simbolica dopo il buio dell' inverno, dove ognuno, come a teatro gli attori, può recitare il ruolo che più gli aggrada.

Anche il Carnevale di Venezia, che alcuni hanno scelto come soggetto in questa collettiva, nacque come momento di livellamento dei ruoli sociali in una repubblica, la Serenissima, fortemente connotata dalle differenze di classe: per un giorno o per qualche ora il popolano poteva diventare nobile.

Questa mostra viene inaugurata durante un carnevale sicuramente diverso dagli altri, dove lo smarrimento che tutti proviamo, è coperto da una mascherina che ci protegge (come nell'antichità ?) da un pericolo purtroppo ancora poco conosciuto, e che ci livella in una battaglia comune.

La collettiva on line dell' Ucai, proposta al numeroso pubblico che ci segue con attenzione, interpreta la Maschera nei suoi vari significati, con un eclettismo che è ormai connaturato nelle donne e negli uomini che fanno parte dell'associazione degli artisti cattolici spezzini.

Maschere e mascherine sono raffigurate e interpretate nelle più varie forme ( dipinti e sculture ). C' è anche una foto del Carnevale di Venezia ( Cremolini ), malinconica e nostalgica e un collage, dove le mascherine sanitarie sono applicate su volti dipinti (Bettati).

Ci sono maschere appena intuite su fondali astratti, volti mascherati, maschere classiche come Pulcinella e Arlecchino, maschere psicologiche, volti impenetrabili.

Il mio sincero apprezzamento và a tutti gli artisti, che hanno dato spesso il meglio di sè: segno che il tema è molto sentito, e un grazie a Guido Barbagli che, con uno sforzo costante, prosegue la sua attività di presidente, organizzando il sito dell'associazione, molto apprezzato non solo alla Spezia.

Espongono: G. Augello, A. Barli, G. Barbagli, U. Bettati, A. Boracchia , P. Busanelli, A. Coquio, V. Cremolini, S. Del Santo, M.Pescara di Diana, U. Forti, O. Franco, G. Garbusi, A.M. Giarrizzo, E. Imberciadori, M . Maddaluno , M. Marino, F. Mismas, P,L. Morelli, G. Mori, C. Nardiello, M. Passaro, B.M. Patuzzo, M.L. Petri, M. Raggi, R.M. Santarelli, M.R. Taliercio, M. F. Vortice.


Gabriella Mignani




Bianca Maria PATUZZO Maschere




Valerio P. CREMOLINI Malinconia veneziana 1997 (fotografia)




Pino BUSANELLI Maschere




Pino BUSANELLI Maschere





Enrico IMBERCIADORI Carnevale a Venezia 1982




Enrico IMBERCIADORI Carnevale a Venezia 1982




Enrico IMBERCIADORI Carnevale a Venezia 1983




Anna Maria GIARRIZZO Carnevale malinconico




Anna Maria GIARRIZZO Giullare




Graziella MORI Mascherine




Maria Luisa PETRI Arlecchino




Maria Luisa PETRI Pulcinella




Maria Luisa PETRI Maschere e mascherine




Alberto BARLI Tutto ciò che è profondo ama la maschera




Rosa Maria SANTARELLI ALLEGRO





Rosa Maria SANTARELLI Melanconico




Giuliana GARBUSI maschera Maya




Alfredo COQUIO Il guardiano del fuoco 2006 arenaria




Marisa MARINO Maschera




Angiolo DEL SANTO Maschera metafisica




Fabrizio MISMAS Festa da Trimalcione 1980




Fabrizio MISMAS Arrivano gli invitati da Trimalcione 1980




Fabrizio MISMAS Arrivano gli invitati da Trimalcione 1988




Fabrizio MISMAS Arrivano gli invitati da Trimalcione 1988




Fabrizio MISMAS Trendy




Cettina NARDIELLO Maschera




Umberto BETTATI Maschere e mascherine




Marina PASSARO Maschere




Gloria AUGELLO Bambina in maschera




Gloria AUGELLO Maschere (pirografia su tavola)




Maria Rosa TALIERCIO Sera di carnevale




Maria Rosa TALIERCIO Bozzetto pubblicitario




Malia PESCARA DI DIANA Carnevale a Viareggio ( modella Sara)




Guido BARBAGLI no assembramenti




Guido BARBAGLI in attesa




Filomena VORTICE carnevale .......ogni scherzo vale




Filomena VORTICE Donna in maschera




Filomena VORTICE Maschere





Ombretta FRANCO Venezia il carnevale




Mirella RAGGI Dietro la maschera




PierLuigi MORELLI Maschera e cavolo




PierLuigi MORELLI Masquerade





Umberta FORTI Danza di Arlecchino




Umberta FORTI Maschera in fiore




Antonella BORACCHIA Carnevale in passerella (collage)




Mario MADDALUNO Pantalone (matita su carta)




L'UCAI ospita l'artista Filippo Broccini che partecipa a questa collettiva con due sue creazioni letterarie.

La prima ricorda una delle maschere più celebri della cinematografia e dell'arte italiana.

Comica e tragica allo stesso modo, unica e riconoscibile , inimitabile , con la quale sono stati raccontati i pregi e soprattutto i difetti dell'italiano medio.

La seconda esprime il malessere del vivere celato dietro a una maschera.



L’ALBERTONE NAZIONALE



L’ALBERTONE NAZIONALE,


ERA UN TIPO ECCEZIONALE,


ESUBERANTE, ECCENTRICO E CARISMATICO,


NON TANTO DIPLOMATICO.


PIACEVA E GLI PIACEVANO LE DONNE,


IN MANIERA APPASSIONATA E INCONTRASTATA.


IL DOTTOR TERSILLI RACCHIUDE QUELLA CHE E ‘ LA SUA


PERSONALITA’ CHE SVELA TANTA ALLEGRIA E POSITIVITA’


E QUEL PICCOLISSIMO VELO D’INCERTEZZA,


CHE NASCONDE UNA MANCATA CAREZZA.


ALBERTO CI MANCA LA TUA IMPREVEDIBILITA’,


CHE FINIVA SEMPRE CON UNA GROSSA, GRASSA RISATA,


AL PUBBLICO SEMPRE GRADITA E SOSPIRATA.




IL MALESSERE


La malvoglia di vivere,


l’esister meno,


o far finta di esistere,


per apparire non esistendo.



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