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Personale di Alberto BARLI " Geometrie,Maschere,Frammenti.... "

"Il reale non smette mai di essere governato dall'ideale e dall'astratto" (Leibniz)



La galleria d'arte UCAI di La Spezia propone la mostra -on line-del pittore Alberto BARLI.









UNA BREVE PRESENTAZIONE

Sono nato a La Spezia, dove attualmente vivo. Professore di Storia e Filosofia, ho svolto questa attività insegnando queste materie in varie scuole; nell'ultimo decennio della carriera nel liceo scientifico cittadino 'Pacinotti'. Dipingo da quando ero studente. I primi lavori significativi risalgono agli anni '70. Dalla fine degli anni '90 ho iniziato ad esporre in varie gallerie spezzine: dal ‘Gabbiano’ al ‘Cafè Portrait’, dal ‘Centro Allende’ a ‘Brandiarte’; ma anche in bar, scuole e altri tipi di locali, nonché in altre città, per esempio a Livorno dove ho partecipato per due anni consecutivi al "Premio Rotonda” . Per un certo periodo ho esposto annualmente nella bellissima biblioteca del Liceo classico 'Costa', che ospita ancora oggi alcune mie opere.

Il punto di partenza della mia pittura sono stati le 'figure' e i 'volti,' ispirati all'opera del pittore svizzero Alberto Giacometti. Ma poi, soprattutto sotto l’influenza di Piet Mondrian, è subentrata una svolta astratta che caratterizza ancora oggi la mia pittura. Così sono nate le ‘geometrie’, ma anche le 'maschere', volti stereotipati, ripetuti serialmente, su sfondi astratti; i 'frammenti: collage di maschere ritagliate in sottili strisce; i 'segnalibri': doppie maschere dipinte su cartoncini a forma di segnalibro. Il tratto che accomuna i diversi temi della mia pittura potrebbe sembrare un rifiuto, più o meno esplicito, di ogni forma di naturalismo; vorrei tuttavia precisare che la natura è anche numero, razionalità geometrico-matematica, ciò che ha reso possibile la scienza moderna e la tecnologia che ne deriva.





FIGURE











FRAMMENTI
























VOLTI













MASCHERE


Le "Maschere": una pittura filosofica?

Le "maschere" rappresentano volti stereotipati, ripetuti spesso in modo seriale, in sequenze, in contesti rigorosamente geometrici - le stesse “maschere” sono racchiuse in rettangoli rigorosamente geometrici di cm. 13 x 18 -.

Il tema è molto "nietzscheano" - e questo non sorprende, poichè l' Autore è un professore di filosofia - la maschera rappresenta per Nietzsche l'ambivalenza fra l'esterno e l'interno, la verità e l'errore, la realtà e l'apparenza. E a Nietzsche è ispirata anche l’altra caratteristica di questi quadri, la mancanza del punto di vista unico; le “maschere” si possono guardare (devono essere guardate) da più angolazioni. Nietzsche è infatti il filosofo per il quale “non esistono fatti, ma solo interpretazioni” e l’approccio alla realtà si risolve in una pluralità di prospettive, di punti di vista.

E infine, la maschera, rinviando ad un volto, è pur sempre la rappresentazione di una realtà concreta, un residuo di concretezza che si oppone, in un certo senso, alla totale geometrizzazione. In quanto tale vuole costituire un punto di equilibrio fra astratto e figurativo.


Lucia Pascarella




























SEGNALIBRI
















FRANCOBOLLI





GEOMETRIE


Una questione di punti di vista

Da quando Dio è morto per colpa di Nietzsche (non dei Nomadi), è venuto a mancare il punto di vista unico, centrale; non ci sono fatti ma solo interpretazioni, ovviamente infinite, e l’uomo che conosce è colui che sta nell’angolo (Echen-Steher). Nemmeno le ultime composizioni di Alberto Barli hanno un punto di vista privilegiato, l’alto e il basso sono interscambiabili, la sinistra e la destra sono simmetriche, talvolta speculari, come nei tappeti islamici, che si possono guardare da tutti i lati. E con il suo sistema modulare (una faccia per ogni modulo), Barli se ne sta nell’angolo.


Mara Borzone













































Alberto Barli, docente di Storia e Filosofia presso il "Pacinotti", da sempre appassionato di pittura, è particolarmente a suo agio nell'interpretare in ordinati dipinti il linguaggio astratto-geometrico. D'altronde come la filosofia è fondata sulla precisione concettuale, così la geometria, trasferita in pittura tra forme elementari e definite, impone una forte carica riflessiva e Barli concretizza efficacemente tale binomio. Il percorso pittorico di Barli è sostenuto da un solido processo analitico che investe la linea, il colore e lo spazio, luogo deputato ad accogliere un progetto mentale e manuale, realizzato compiutamente nella diligente combinazione di linee verticali, orizzontali, diagonali (mai curvilinee), che genera quadrati, rettangoli e triangoli di diversa misura. Le opere del filosofo-pittore nascono sia per 'addizione' di elementi aventi una loro autonomia, sia per 'divisione', attraverso una frammentazione ed una articolazione di parti che si sviluppa insieme al quadro. Inevitabilmente la presenza della geometria nella pittura richiama le acute teorizzazioni di Mondrian, autore di originalissime opere dove, asseriva l'artista olandese, "ogni parte riceve il suo valore visuale dal tutto, e il tutto lo riceve dalle parti". Non diversamente accade per i lavori di Alberto Barli, partecipi di una visione unitaria, generata dall'integrazione di sottili relazioni reciproche con precedenti composizioni, sempre mirate a dare forza all'idea della perfezione dell'opera dell'opera d'arte, sintesi di ragione e sentimento.


Valerio Cremolini




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