Silloge "ATTIMI" di Valerio P. CREMOLINI
- guidobarbag
- 20 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 nov 2022


Valerio P. Cremolini
Lo scorrere del tempo
Mai, come in questa breve, ma esemplare, silloge, Cremolini si confronta direttamente con la vita, con la morte, con il mistero che entrambe racchiudono e al quale la poesia può dare solo precarie e provvisorie risposte.
La vita esplode nella bellezza incomparabile dei luoghi amati, tra questi Campiglia e il suo territorio, di cui l’autore mi ha spesso parlato, come sereno rifugio della sua anima inquieta, evidente perla segreta di quella Liguria, che riserva sempre splendide sorprese.
Ma la vita brilla, anche e soprattutto, nelle persone amate, che arricchiscono la nostra esistenza e le conferiscono quella felicità, serenità, che rincorriamo e che solo il rapporto umano, sinceramente vissuto in tutte le sue stagioni, da quelle dell’infanzia a quelle della maturità, possono risarcire della inevitabile corsa verso un fine ultimo, dal poeta mai eluso.
A tal punto, interviene la poesia a soccorrere questo ineludibile percorso, illuminandolo di un infinito, che si racchiude nella natura e in ciascuno di noi e si esprime, con icastica rappresentatività, in luoghi e persone, che, come si è detto, rendono il nostro cammino, carico di fede e di speranza.
Ma Cremolini va oltre e sogna, anche per quelli che ci hanno lasciato per una pandemia spietata e violenta, un Paradiso dove la rinascita è possibile e auspicabile, essendo egli un fedele credente.
Un breve diario di spartiti di vita e di pensiero è, dunque, questo mescolio di sensi e sentimenti, che il poeta propone, tentando bilanci, ma soprattutto calandosi nel ritmo dell’esistere, ben consapevole che risulta estremamente arduo indovinare una chiave interpretativa, che non sia quella di una fede, nella quale egli individua una ragione fondamentale del nostro essere, una sorta di miracolosa alleanza tra la vita, che comunque si ama e si può scegliere nei suoi affetti, e tutto il resto, che può attendere.
Un invito, dunque, accorato ma discreto, a non bruciare la vita ma ad assaporarla in tutti i suoi momenti, soprattutto in quelli che, dopo qualche delusione, domanda o inezia non voluta, riprendono il loro ritmo, per non incorrere nel rischio, sempre incombente, di poter morire da vivi.
Francesco D’Episcopo
Alcune poesie dell'Autore
Campiglia
Nell’eletto luogo dell’anima
suscita crescente stupore
l’avvolgente cornice
di terra, cielo e mare.
Fulminano lo sguardo
gli arrossati tramonti,
che accarezzano vigne
e il pietroso Persico
dall’irresistibile fascino.
Il ritmato succedersi
di antichi gradini
approda su incredibili scenari.
Nella risalita alla piazza,
oscurando tracce di fatica,
vibra nell’intimo
il fruscio delle onde,
l’ombra del Ferale,
il respiro dell’infinito.
Il silente camposanto
sparge il mesto ricordo
di amati paesani.
Santa Caterina
raccoglie suppliche e lodi
del docile borgo.
Compleanno
Il freddo tagliente
ha accolto
i miei primi gemiti,
segnando
la corale attesa
di pace e libertà.
Approdi faticosi,
miraggi, per molti,
tuttora abbagliati
da ombre insidiose.
Felicità e amore
hanno ritmato
lo scorrere
di rapidi anni
rischiarati
da albe serene.
Fino a quando
godrò il sapore
di tanta fragranza,
mi allieterà
il prezioso incedere
della vita,
fatalmente protesa
verso l’eternità.
Ma, oggi,
è giorno di festa.
Giocattolo
I miei nipoti più piccoli,
Niccolò e Anna,
sono sommersi di giocattoli.
Occupano la stessa stanza,
inespugnabile dominio,
un tempo dei miei figli.
La riempiono
voci, grida, frastuoni,
rapidissimi pianti,
rari silenzi.
Spesso, mi convocano
rivolgendomi
l’accorata esortazione: “Giochi con noi?”.
Impossibile, non accogliere
l’affettuoso invito.
Si esce dalla stanza,
correndo senza sosta
per tutta la casa.
Ci si nasconde qua e là,
si suda per raggiungere
inarrivabili pianeti,
per conquistare
tesori immaginari,
per difendersi
da nemici inesistenti.
Impietositi,
mi concedono
brevissime tregue,
seguite dalla solita
implorante preghiera: “Giochiamo ancora!”.
Lusingato,
sono consapevole
di essere, sebbene invecchiato,
il più amato giocattolo.
Il dubbio
Infinite domande
interrogano la mente,
arrecando smarrimento
e spossatezza.
È perdente la sfida
all’inseguimento della verità,
intrappolata
tra intricate oscurità.
Ma, non c’è resa.
Finché persiste
il fascino del dubbio
la vita continua.
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