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"SGUARDI SULLA CITTA'"




Gloria AUGELLO



Guido BARBAGLI



Pino BUSANELLI



1……………. La Spezia, entità geografica, è affacciata su un golfo conosciuto in tutto il mondo; un golfo che ha stimolato non solo progetti ad imprenditori ed operatori economici, ma turbamenti, suggestio­ni, impressioni a scrittori, artisti e poeti che, transitati da queste parti, hanno dipinto e descritto questo mare e questa natura. E, quando c'è aria di festa, l'arte è un’invitata che si fa apprezzare e l'ospitalità è sempre ben ripagata. La rassegna d'arte non poteva che intitolarsi La Spezia, il golfo, ilporto ritenendo convincente la saldatu­ra fra le tre realtà.


Per soddisfare esaurientemente la richiamata riflessione, vorrei avere il conforto della conoscenza delle moltissime pagine, riferite al passato ed al presente, che puntualizzano la storia e le caratteristiche geografi­che, culturali, economiche, sociali del territorio spezzino.

Credo che non guasti un tocco di fantasia e, distraendomi dal presente, sentirmi coinvolto in un altro tempo, neppure tanto lontano, quando La Spezia era piccola (non che oggi sia una grande città), non lambita dalla prima industrializzazione, decollata con la ben nota costruzione dell'Arsenale Militare. Un tempo, si sente affermare, nel quale tutti si conoscevano e le relazioni fra la gente erano caratterizzate da grande umanità e da notevole senso civico. Ciascuno viveva e godeva della propria individuali­tà, non amava il confronto, né temeva le famiglie dominanti, «i De Nobili, i Castagnola, i D'Isengard, gli Oldoini, i Della Torre, i Crozza, i Federici, i Borachia, i Toracca, i Da Pozzo, i Farina, i Dall'Ara, che costituivano la classe dirigente di una Spezia ancora piccola, ma avviata a vasto destino»


Ritengo comunque che non sia una grande impresa della fantasia sostare in quegli anni anche perché La Spezia è, a mio avviso, ancor oggi una piccola e pittoresca città, che non ha smarrito taluni segni distintivi di quel passato nel quale le relazioni umane erano piuttosto soddisfacenti. Altri segni distintivi, riconosco, sono stati travolti dal progresso e molto è vertiginosamente mutato. Il pensiero va alle poche carrozze di ieri che si sono trasformate nelle lunghe code di automobili di oggi che, come i topi della celebre favola del pifferaio, invadono ogni piccola o grande via cittadina. Sì, siamo sudditi della monocultura dell'automobile. Il discorso ci porterebbe molto lontano ed allora è bene restare nel clima fantastico nel quale mi sono introdotto a piccoli passi per scoprire, ma è noto, che una volta si villeggiava in città in una splendida cornice estiva a contatto di un mare tutto per gli spezzini. Oggi, ahimè, non è più così.


Ma la fantasia mi accompagna in tempi ancora più distanti fra le antiche radici della Spezia. Allora è vero che anche noi spezzini abbiamo una storia da raccontare? Insomma da dove veniamo?

Ha sciolto questo nodo l'illustre Ubaldo Formentini scrivendo che «l’idea della romanità della Spezia non é il frutto di moderne indagini e congetture» infatti, osserva lo studioso, «questo piccolo centro marinaro medioevale sorse e si annidò nel sito e fra i ruderi di un considerevole abitato romano ancora impo­nente nel secolo XIV quando gli spezzini ne cavarono pietre per costruire le proprie mura»


Una Spezia, dunque, operosa, alla ricerca di un’identità «in fervore di crescita, di attività, di affermazioni», destinazione di «commercianti o maestri per i loro commerci» di provenienza lombarda e toscana, ma anche luogo nel quale la gente «sull'e­sempio rivierasco avvia l'industria della concia delle pelli»; città che richiama «altri foresti, siano essi lombardi, toscani, di Pontremoli o parmigiani, in un rapporto diretto che evita Genova» Non sbaglio nell'affermare che permane tutt'oggi, abbastanza diffusa, tale concezione in sintonia con questa richiamata degli antichi abitanti della città.


Mettiamo da parte la fantasia e ritorniamo fra la nostra città definita «fra le più belle adagiata nell'ansa centrale e più interna del magnifico golfo che gli antichi dedicarono a Selene e i moderni alla poesia»5. Un ritratto molto promozionale che nella realtà visiva si ridimensiona perché lo splendore dei palazzi, unito al profumo di oleandri ed aranci, ritorna ad essere un desiderio, una piccola conquista poi non tanto impossibile.


Basta fare qualcosa di più. Tutti. La Spezia, con le sue luci, i suoi giardini, i suoi profumi costituirà, ancora, un insieme invidiato e la nostra storia di ieri, che ci fa scoprire cittadini di una terra frequentata da grandi personaggi come Francesco Sforza, duca di Milano, i Fieschi, i Doria, il potente Carlo V, fino a Napoleone si confonderà con quella di oggi, dove semplici persone operano per il bene della città.


Non ho scoperto nulla di nuovo, ma queste poche briciole di storia aiutano a stendere il laborioso profilo della Spezia ed




allora, a testa alta, camminiamo senza porci particolari scadenze, senza credere ad impossibili miracoli operando con la




consueta tenacia che è attributo non secondario degli spezzini. Non è poco quanto già abbiamo per contare di più.







Valerio P. Cremolini









Umberta FORTI




Ombretta FRANCO




Anna Maria GIARRIZZO




Enrico IMBERCIADORI




Mario MADDALUNO




Marisa MARINO




Pier Luigi MORELLI




Graziella MORI




Marina PASSARO




Bianca Maria PATUZZO




Malia PESCARA DI DIANA




Maria Luisa PETRI




Mirella RAGGI




Rosa Maria SANTARELLI




Maria Rosa TALIERCIO









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