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SOLIDARIETA' l'UCAI per GENOVA presenta Gabriella MIGNANI


Questa mostra che si inaugura stasera, e che ha il patronio del Comune, doveva intitolarsi semplicemente “ Solidarietà “.

Il direttivo ha poi deciso di dedicarla a Genova, perchè un evento come quello del 14 agosto scorso, purtroppo, resterà nella storia come una delle più grandi tragedie (umane e non dovute alla natura) degli ultimi decenni, ed è giusto che, come cattolici e come liguri, il nostro pensiero e impegno siano rivolti, almeno in un'occasione, ai nostri vicini e conterranei così duramente colpiti.

Vorrei iniziare citando le parole di Madre Teresa di Calcutta: “ Gesù disse di amarci gli uni con gli altri. Non disse di amare il mondo “. Dunque, prima di tutto, la solidarietà va data ai familiari, agli amici, ai vicini di casa, ai conterranei e, in questo caso, ai nostri vicini geografici e storici: perchè La Spezia, al di là di inopportuni localismi che ci hanno solo danneggiato, ha vissuto pienamente la storia ligure e ne è stata parte importante.

Cito anche le parole del cardinale Angelo Bagnasco che, al funerale delle vittime di questa immane tragedia ha detto: “ La Liguria non è solo una regione della nostra bellissima Italia, ma è un'idea, un modo di vivere e di essere “: una frase molto bella che mi è rimasta impressa e che vi ho voluto ricordare. Senza fare paragoni, il grande cantautore Paolo Conte, in una famosissima canzone, diceva: “ Genova è un' idea come un' altra “ e Fossati, altro cantautore genovesissimo, cantava “ Chi guarda Genova, sappia che Genova si vede solo dal mare “.

In realtà, chi arrivava da terra, o era diretto nel Ponente, nel Nord Italia o in Francia, vedeva Genova dal ponte Morandi, via obbligata, sospesa sulle valli intensamente cementificate del Polcevera: ogni volta che ci passavo, mi chiedevo come facessero quelle case ad essere ancora in piedi, così strettamente abbarbicate a quegli svincoli micidiali, ma le case sono rimaste e il ponte è crollato, insieme alle vite di troppe persone morte, o sfollate, che non possono recuperare neppure i propri ricordi.

“ Città di pietra e di mare “ : così ha definito Genova Renzo Piano, uno dei suoi figli più celebri, architetto di fama mondiale, che oggi ha regalato alla sua città il progetto di un nuovo ponte: un grande esempio, che và ad aggiungersi a tutti i piccoli e grandi gesti di solidarietà, che Genova, nella tragedia, ha attirato.

Dalle case offerte gratuitamente per gli sfollati ( persino in Francia, dove il giornale Nice Matin ha voluto sponsorizzare la Superba, invitando i francesi a continuare a visitarla ), alle manifestazioni di arte e cultura per la raccolta di fondi, alle offerte di aiuto arrivate da ogni parte d'Italia, in denaro e in capitale umano.

Genova ha attirato la solidarietà, anche perchè è sempre stata una città solidale, aperta e accogliente, a dispetto del carattere non proprio cordialissimo dei suoi abitanti ( come tutti i liguri del resto, che però, nelle emergenze sanno dimostrare la parte migliore del loro carattere ).

E infatti, la Liguria, nei secoli, è la terra che ha contato, sul suo territorio, il maggior numero di confraternite: associazioni di laici cattolici dedite, fin dai secoli bui del medioevo all' aiuto dei più deboli.

Ma Genova è anche una città d' arte, che ha avuto il suo massimo splendore tra la metà del XVI e la metà del XVII secolo, in quel periodo che passò alla storia come “ El siglo dei genovesi “, quando persino grandi pittori fiamminghi, quali Rubens e Van Dyck, le resero omaggio con le loro opere. Città di grandi palazzi (i famosi Rolli, patrimonio dell' umanità, dimore private più sontuose di una reggia) e di bellissime chiese ( citiamo, per tutte, la cattedrale di San Lorenzo, simbolo della Repubblica marinara al massimo del suo splendore), nonchè di grandi architetti, quali Carlo Barabino, uno degli autori della riqualificazione urbana genovese dell' Ottocento, Gino Coppedè, che ha firmato anche, col suo personalissimo liberty, un quartiere di Roma e Renzo Piano, contemporaneo, ideatore, fra l'altro, del celeberrimo Centro Pompidou di Parigi.

Genova è anche città di grandi contrasti e di quartieri “dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi“, come cantava Fabrizio De Andrè, emblema di una certa ligusticità e, insieme, grande canzone d'autore contemporanea di respiro internazionale.

Città di quartieri operai cresciuti, anche in epoca più recente, in zone improbabili, sotto i ponti o in riva ai corsi d' acqua, o abbarbicati alle colline che la sovrastano: con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi e che non avremmo mai voluto vedere.

Oggi, anche noi, nel nostro piccolo, rendiamo omaggio a Genova con più di trenta opere d' arte che rispecchiano, come sempre, sensibilità e tecniche diverse, unite nel comune intento di non dimenticare e con l'augurio che la città possa risorgere, ancora una volta, più superba e bella di prima.

Gabriella Mignani

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